Il ritorno dei "farinacci"

 

Questo autunno, dopo quattro anni di latitanza, sono ricomparse, abbondanti, sul Monte Conero l’Amanita ovoidea e la sorella “cattiva” l’Amanita proxima, chiamati volgarmente farinacci.

Questo è il diario fotografico di un paio di orette spese tra i lecci, i corbezzoli e i pini di Aleppo del Conero, con l’amico Alessandro Rossi. 

L’Amanita ovoidea (Bull. :Fr.) Link, fa parte del sottogenere Amidella (Gilbert) Konrad e Maublanc, caratterizzato da sporofori di medie e grandi dimensioni ed un velo generale a struttura prevalentemente filamentosa.   La nostra Amanita presenta un cappello carnoso con orlo appendicolato e cuticola bianco avorio, sericea, raramente con placche velari.

 

Le lamelle sono fitte, sottili, bianche, con tagliente fioccoso. Il gambo è robusto, con base bulboso-radicante e cosparso di fioccosità bambagiose, facilmente rimovibili; la volva membranacea è spessa, alta, bianca all’inizio, poi ocra.

L'anello é cremoso, soffice, striato superiormente e presto evanescente.                                                             

 

 

La carne, tenera al cappello, è dolce e odora di mare.

 

 

 

Nel sottobosco dovevamo prestare attenzione a non calpestare ovuli.

 

Ma ogni tanto, negli ovuli una nota di colore …una sfumatura arancio della volva…

Ecco la sorellastra: l’Amanita proxima  Dumée! 

E’ un po’ più piccola rispetto alla ovoidea.

 

 L’anello più membranoso e persistente

 

 

ma soprattutto la sua volva ha un colore ocra-aranciato.

 

 

Ma attenzione! L’Amanita ovoidea si può mangiare, se piace il suo sapore salmastro, quasi di pesce, questa no.

Infatti l’Amanita proxima è responsabile di una intossicazione chiamata sindrome norleucinica, che provoca disturbi gastroenterici a breve latenza ed una insufficienza renale grave, più tardiva. Occhio quindi alle differenze! Al colore della volva soprattutto!

 

 

 Sulla via del ritorno un avvistamento eccezionale, proprio sul bordo della strada.

 

 Merita qualche foto questo pezzo da novanta del peso di 900 grammi. 

 

 

 

Concludiamo la nostra escursione con  Alessandro che solleva il trofeo di rito. 

 

 

 

Sauro Ausili    GMN Ancona      con la collaborazione fotografica di Alessandro Rossi   GMN Ancona

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