Questo articolo, pubblicato sulla rivista "Micologia nelle Marche" 2007/01, viene riprodotto con autorizzazione del C.A.M.M. e dell'autore.
Ringrazio in modo particolare Pierluigi Angeli per i reperimento del materiale bibliografico e per il controllo di questo lavoro.
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RIASSUNTO: In questo articolo è descritta una specie, non rara in ambiente mediterraneo, ma abbastanza interessante.Trattasi di Hydnocstis piligera Tulasne & C.Tulasne, dal tipico odore fruttato(come di kiwi), trovata in un bosco in localtà Malagrotta, Roma nel dicembre 2006.
ABSTRACT
In this article, species not rare in mediterranea environments, but enough interesting, is described. It is Hydnocstis piligera,with typical yelded smell(as kiwi), found under cypresses, Malagrotta locality, (Rome, Italy) Decembre 2006.
KEY WORDS:
Ascomycota, Ascomycetes,Pezizomycetidae, Pezizales,Pyronemataceae, Hydnocystis, Malagrotta, Roma, taxonomy.
INTRODUZIONE:
Coltivo la passione per la micologia da sempre, ma solo da poco riesco a trovare il tempo per studiare più seriamente quell'oggetto del desiderio che per me sono i funghi. Nelle mie scorribande sto riscoprendo con piacere un ambiente (quello in cui ho trovato il fungo di cui stiamo trattando) che prima avevo considerato solo per le raccolte mangerecce. Poichè lo ritengo molto interessante per le sue caratteristiche peculiari, dovute alla sua storia, ne do una breve descrizione: si tratta della tenuta agricola di Malagrotta/Castel di Guido a ridosso della via Aurelia,tra i 10 e gli 80 metri s.l.m., che si estende per una larghezza di circa 4 km e arriva in profondità fino quasi al mare, già in gestione del Pio Istituto S. Spirito, ora del Comune di Roma. Da un punto di vista geomorfologico il terreno è composto da strati tufacei sovrapposti a strati argillosi e sabbiosi. L'erosione delle acque ha nel tempo disegnato un paesaggio molto variegato, in cui pascoli e semicoltivati si alternano a collinette coperte di vegetazione arbusta al piede delle quali si trovano ampie radure di terreno argilloso, in cui il ristagno d'acqua è pressochè perenne. In questo contesto, sul finire degli anni 60, su un area di circa 500 ha, si inserisce il piano di conversione del territorio, mirato alla coltivazione di specie da legno a rapido accrescimento, con lo scopo di valutarne la potenzialità produttiva e studiare gli attacchi parassitari e i mezzi di difesa delle varie colture. L'impianto venne effettuato "a squadro" (aree ben definite in ognuna delle quali viene messa a dimora una sola specie arborea). Dal 1987, l'attività di rimboschimento venne intensificata, anche per sottrarre la zona a mire speculative di vario genere. Oggi la tenuta è riserva integrale protetta. In una delle aree di rimboschimento esclusivamente di Cupressus sempervirens mi hanno incuriosito gli scavi effettuati dai cinghiali, evidentemente attirati dall'odore intenso, tutto intorno ad alcuni cipressi. Guardando poi attentamente ho notato dei carpofori, parzialmente o per nulla affiorati dal terreno, di piccole dimensioni, color bianco sporco, giallino-crema, sodi ma cedevoli alla pressione, con odore fruttato intenso, come di kiwi.
Ho scattato le consuete foto e ho raccolto gli esemplari da studiare e archiviare in erbario. Per la determinazione, lo studio e la stesura della specie presentata mi sono avvalsa di monografie, flore e testi specifici come riportato in bibliografia.
ydnocysitis piligera tulasne & C.Tulasne
Giornale Botanico Italiano Anno I, part. I, Vol. 2:55/63 (1844)
DESCRIZIONE:
Carpoforo subgloboso o più o meno schiacciato, leggermente lobato, con dimensioni di (0,5) 1-2(3) cm, finemente pubescente, con orifizio basale più o meno occultato dalla difesa villosità, di colore crema, giallino pallido, odore intenso fruttato. Perizio con starto esterno spesso circa 1 mm, costituito da uno stato cotonoso, bianco candido. Gleba costituita dalle pareti interne che ospitano l'imenio. Spore da 25 a 35 um, sferiche, lisce, non percolati, 250-300x30-50 um, con 8 spore uniseriate nell'asco, pa afisi cicildriche, settate, filiformi, più lunghe degli aschi. Periodo esterno ricoperto da peli sinuosi, settati, sorgenti dal sottostante stato pseudoparenchimatico, formato da cellule globose o subglobose.
MATERIALE STUDUATO E HABITAT:
Racolta del 21-12.2006, in località Malagrotta (Roma) altitudine circa di 80 mt slm, in bosco di Cupressus sempervirens in prossimità di
Pinus pinaster e macchia mediterranea.
OSSERVAZIONI:
Il genere Hydnocystis, Tulasne & C. Tulasne (1844), precedentemente appartenente all'ordine delle Tuberales fu scritto da Fisher (1938) alla famiglia Pezizaceae trasferito da Burdsall (1968) nelle Geneaceae, per l'imenio racchiuso nell'epitecio, e infine Trappe (1979) nella famiglia Pyronemataceae. Burdsall (1968) trasferisce tutte le specie fino ad allora in esso comprese al genere Geopora ad eccezione di H. piligera. Successivamente altri Autori come il Donadini (1987) reinseriscono nel genere Geopora clausa (Tulasne & C. Tulasne) Burdsall, in quanto provvista di aschi non opercolati e perciò non riconducibile al genere Geopora; tale opinione è confermato anche da Montecchi e Sarasini (2000). Il genere Hydnocystis comprende anche una terza specie, non europea, e quindi non presa in considerazione per questo lavoro: H. japonica (kob) Trappe, 1979. La specie qui descritta è caratterizzata alla raccolta degli ascocarpi pochissimo interrati, quasi ipogei, più o meno subglobosi, schiacciati o anche lobati. Caratteristico l'epitecio formato da una struttura ifale di prosenchima, che gli fornisce un aspetto cotonoso. Le due specie europee si differenzianiano sostanzialmente dal punto di vista microscopico per la forma delle spore che sono perfettamente sferiche in H. piligera ed ellettiche in H. clausa. Sono presenti anche diferenze di colore e aspetto del peridio esterno: biancastro o giallo pallido, pubescente in H. piligera, giallo-ocraceo e conpapille brunastre in H. clausa.
Manca inoltre quasi del tutto in h.clausa il forte odore fruttato riscontrabile in H.piligera (montecchi e Lazzari, 2003 e Campo 2004).